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Sex Education – Stagione 4
La serie inglese Sex Education torna su Netflix per una quarta e ultima stagione. Nonostante avesse il desiderio di affrontare, come al solito, l’identità e la sessualità umana in tutte le sue sfaccettature, la serie ha dovuto anche reinventarsi, lasciando indietro alcuni personaggi più o meno rilevanti degli anni passati, e introducendo volti nuovi.
The Bear – Stagione 2
Una delle sorprese del 2022, arrivata a metà anno a inaugurare l’estate, è stata la caotica, ansiogena e brillante The Bear, dramedy che, con una prima stagione da otto episodi, ha raccontato il mondo della ristorazione da una prospettiva senza filtri e soprattutto incurante della sua stessa crudezza e crudeltà.
Black Mirror – Stagione 6
Sono passati esattamente quattro anni dall’ultima – discussa e criticata – stagione di Black Mirror, la serie distopica antologica di Charlie Brooker cominciata sulla britannica Channel 4 e poi inglobata da Netflix nell’ormai lontano 2016: già nei confronti degli ultimi episodi usciti, il discorso collettivo su uno show che si proponeva di esplorare le conseguenze negative – e a volte tragiche – delle innovazioni tecnologiche e digitali nel futuro verteva sul fatto che gli scenari ipotizzati dalla serie si fossero già realizzati in maniera simile nella realtà, creando il mito del “prodotto profeta” e aumentandone a dismisura la fama e il successo.
Ted Lasso – Stagione 3
Il mese appena conclusosi verrà sicuramente ricordato come uno dei più significativi tra gli amanti delle serie TV, complice il numero non indifferente di produzioni di grande prestigio che hanno chiuso quasi contemporaneamente il loro cammino – Succession, Barry, e The Marvelous Mrs. Maisel.
Succession – Stagione 4
Nella storia della serialità degli ultimi vent’anni ci sono stati show che hanno fatto dire più volte al pubblico frasi come “dopo questa serie niente sarà più come prima” e altre esagerazioni dettate dal sentimento del momento. Essere troppo vicini – di più, contemporanei – alla materia trattata rende troppo emotivamente coinvolti per essere obiettivi, e solo il tempo può mettere le cose in prospettiva.
Atlanta – Stagione 4
La quarta e ultima stagione di Atlanta, pur essendo fortemente legata alla precedente, riesce ad imporsi nel panorama seriale dell’anno corrente in modo più che positivo e a portare a casa un risultato eccezionale, tanto dal punto di vista stilistico che da quello della sceneggiatura. Seguito ideale di una terza stagione più dispersiva, la serie si chiude in un modo pressoché perfetto, riuscendo a dare la giusta importanza ad ogni storyline e con una conclusione degna del percorso finora affrontato.
Doctor Who – The Power of the Doctor
Doctor Who è stata – di nuovo – una delle serie più chiacchierate di quest’anno: in primis per l’annuncio della nuova incarnazione del Dottore, che sarà il giovane Ncuti Gatwa dalla prossima stagione succedendo a Jodie Whittaker, e in secondo luogo per l’inaspettato ritorno di Russell T Davies al timone dello show in occasione del sessantesimo anniversario, che si porta anche dietro due attori amatissimi dal fandom, ovvero David Tennant e Catherine Tate.
Better Call Saul – St. 6 – Ep. 12 e 13
Opportunità. Intorno a questo concetto negli ultimi quindici anni Vince Gilligan e Peter Gould hanno lavorato a fondo per costruire due personalità complesse e quelle di chi li circondava. “L’opportunità, l’occasione, fanno l’uomo ladro?”, ci si potrebbe chiedere richiamando il celebre detto: i modi in cui gli autori hanno risposto creando Walter White e Saul Goodman hanno diversi punti in comune ma soprattutto un oceano di differenze, dovute in gran parte al periodo in cui Breaking Bad e Better Call Saul sono nate e si sono sviluppate. “Waterworks” e “Saul Gone” chiudono la sesta e ultima stagione del prequel più riuscito della serialità e lo fanno portando a compimento il lavoro costruito proprio attorno a questo concetto: non tanto la domanda se l’opportunità cambi o meno le persone (lo sappiamo già), quanto ciò che avviene quando questo accade e se la rotta si possa invertire o se esista un termine oltre il quale ogni speranza è perduta.
The Boys – Stagione 3
In poco tempo The Boys si è elevata da progetto di nicchia a serie di punta ad alto budget di Prime Video, raccogliendo consensi con una buona prima stagione e un’ottima seconda: i meriti dello show sono stati quelli di essere riuscito ad aggiornare un fumetto degli anni 2000 con tematiche oggi attuali, prendendosi dei rischi puntando tutto su un’estetica e uno stile che non risparmia nulla, ma proprio nulla, a livello visivo.
Stranger Things – St. 4 – Vol. 2
Stranger Things chiude la sua quarta stagione all’insegna dell’azione, tra colpi di scena e rivelazioni che preparano il terreno al quinto capitolo della serie, viaggiando – letteralmente – tra scenografie e ambientazioni tanto variegate quanto ancora una volta strepitose e curate nei minimi dettagli.
Peaky Blinders – Stagione 6
Dopo quasi dieci anni dal suo esordio, questa primavera ha visto la messa in onda della sesta ed ultima stagione di Peaky Blinders, l’iconica serie BBC/Netflix creata da Steven Knight. Ambientata nell’arco di tempo che intercorre fra il 1919 e il 1935, lo show ha saputo accompagnarci in un percorso incredibile, donando sempre più complessità al suo protagonista. In queste sei stagioni abbiamo visto la trasformazione di Thomas Shelby e di tutto ciò che gli ha permesso di diventare il potente imprenditore e politico che abbiamo lasciato alla fine della scorsa stagione.
Euphoria – Stagione 2
La seconda stagione di Euphoria era uno dei prodotti più attesi di quest’anno e la sua classica distribuzione a cadenza settimanale – cosa non scontata negli ultimi tempi ma che ancora si rivela vincente – ha permesso che rimanesse sulla bocca di tutti fino al suo ottavo e ultimo episodio: lo show di Sam Levinson si conferma come uno dei prodotti più amati e seguiti della HBO, tanto da aver ottenuto senza problemi un rinnovo per una terza annata, anche se, per via dell’agenda fitta di impegni della sua protagonista, la splendida Zendaya, non è chiaro quanto bisognerà aspettare per vederla.
Fargo – Stagione 4
Più di tre anni dopo la terza stagione, Fargo torna sui nostri schermi, anticipato da molti dubbi circa la necessità di proseguire una serie che già aveva mostrato chiari segni di mancanza di idee con la precedente annata. Ci trasferiamo questa volta a Kansas City, nel Missouri degli anni Cinquanta, dove è in atto una lotta per il potere tra la famiglia criminale italo-americana dei Fadda e quella afro-americana dei Cannon. Sullo sfondo di un’America da far-west, si sviluppa una guerra tra le comunità marginalizzate dal razzismo, uno scontro che si trasforma in una lotta non solo per il dominio, ma per il riconoscimento di un ruolo e un’identità.
Mr. Robot – Stagione 4
Cosa pensare di Mr. Robot dopo quattro stagioni, un percorso complesso e non sempre apprezzato alle spalle? Impossibile dirlo in due parole, perché la serie di USA Network ha avuto un’evoluzione non semplice da analizzare e ha affrontato una vasta gamma di questioni, spesso in maniera inaspettata e imprevedibile, rischiando costantemente di perdere il proprio pubblico.
El Camino: A Breaking Bad Movie
El Camino è un film in cui gli intenti degli autori e le aspettative di chi guarda si sono allontanati. Da un lato c’è stata l’ideazione di un sequel su piccola scala, l’appendice all’intreccio già chiuso della serie per accompagnare un personaggio lievemente trascurato alla fine del suo percorso; dall’altra, le aspettative della fanbase e del pubblico in generale si sono gonfiate e alimentate a vicenda, dato il successo incontestabile dello show Amc fin da quando è stato distribuito su Netflix.
Mindhunter – Stagione 2
Si è parlato molto bene della prima stagione di Mindhunter, un progetto ambizioso che intende raccontare la nascita della psicologia criminale e del profiling di serial killer attraverso una trama che mescola realtà e fiction; ambizione che viene confermata anche dai nomi altisonanti alle sue spalle – in primis quello di David Fincher alla regia e Charlize Theron in veste di produttrice esecutiva – e dal particolare stile visivo e narrativo che hanno portato lo show ad essere uno dei più apprezzati della piattaforma Netflix.
Daredevil – Stagione 3
Nel 2015 il MCU approdava nel panorama seriale tramite la piattaforma Netflix e si annunciava con uno show diametralmente opposto, nei toni e nelle atmosfere, alla sua parte cinematografica: si parla della serie Daredevil, che ha spianato la strada alla copiosa produzione seriale targata Marvel, trovando terreno fertile nel sodalizio con il colosso dello streaming. Daredevil si è imposta immediatamente e non solo come gran prodotto di intrattenimento, risultando per questo ancora oggi una delle migliori serie ospitate da Netflix.
Ash VS Evil Dead – Stagione 3
L’annuncio della cancellazione di Ash vs Evil Dead da parte di Starz e la scelta di Bruce Campbell di congedarsi dal suo leggendario alter ego, avvenute entrambe poche settimane prima del finale di serie, hanno sferrato un colpo pesantissimo nel cuore dei fan, ma hanno anche dato valore testamentario ad una stagione che, tra alti e bassi, ha continuato a espandere la mitologia del franchise creato da Sam Raimi nel 1981.
Narcos – Stagione 3
I grandi dubbi sull’effettiva riuscita di una terza stagione di Narcos risiedevano nell’assenza del personaggio sul quale era basata la trama delle prime due stagioni, quel Pablo Escobar la cui figura è ancora oggi tra le più controverse e affascinanti del secolo scorso. Nonostante tutto chi aveva preventivamente bocciato uno show privo del suo carismatico protagonista deve ora ricredersi, poiché la terza annata della serie Netflix, pur mantenendo una serie di innegabili difetti, è la migliore sinora.
Sherlock – St. 4 – Ep. 3
Sherlock termina la sua quarta stagione con questo terzo appuntamento, un episodio che non ha certo mancato di dividere il pubblico. Tra differenti piani di lettura ed una discutibile risoluzione, “The Final Problem” mette in campo tutto quello che Moffat e Gatiss sono in grado di dare.
Mad Men – St. 7 – Ep. 14
Se fino allo scorso anno il mistero di Don Draper era legato alla presa d’atto della sua duplice identità e al tentativo di imparare a vivere con questo dissidio interiore, con questa seconda metà di settima stagione Weiner ha deciso di portare il racconto su un nuovo livello, la cui comprensione avviene compiutamente solo con quest’ultimo episodio.
Sons of Anarchy – St. 7 – Ep. 13
Eravamo soltanto al quarto episodio della prima stagione quando la celebre definizione di “anarchia” di Emma Goldman fece capolino nella serie di Kurt Sutter, costruendo in quel momento un ponte inscindibile tra la mente di John Teller e quella di suo figlio ancora adolescente Jackson. Sette anni sono passati, sette anni di un viaggio spericolato, passionale, folle, in compagnia di persone che “bruciano, bruciano, bruciano” per dirla alla Jack Kerouac. Perché in fondo Sons of Anarchy, pur essendo ambientato nella fittizia cittadina di Charming, è stato un lungo viaggio on the road: di quelli che vivi col cuore ancor prima che con la mente, di quelli percorsi con l’acceleratore spinto senza paura, di quelli che hanno una loro colonna sonora indimenticabile, di quelli che ti cambiano lo spirito e di quelli che non hanno una vera fine, perché in quell’ultimo miglio conducono dritti all’eternità.
Boardwalk Empire – St. 5 – Ep. 8
Le parole del Boss sembrano scritte all’uopo per Boardwalk Empire. Non solo nel ritornello, ma durante l’intero scorrere del brano si riconosce l’essenza di un mondo perduto, così come, specularmente, grazie alle cinque stagioni della serie è molto più facile comprendere realmente la canzone di Bruce Springsteen. Atlantic City come tanti altri capolavori del musicista del New Jersey è una canzone notturna, crepuscolare, esattamente come questo finale di serie, ultima pietra miliare, la parola fine dopo la quale tutto è passibile di ridefinizione e ripensamento. È su questa direzione che Tim Van Patten comincia in medias res, con una ripresa della sigla in live action: vestiti e scarpe sulla riva del boardwalk e Nucky Thompson che nudo si getta in mare e nuota verso l’orizzonte, in un’alba buia come la tenebra. Un finale che comincia con un nuovo inizio dai toni torbidi e pregno di presagi di morte; un percorso funereo, contemplativo fino all’autofagocitazione.
How I Met Your Mother – St. 9 – Ep. 23 e 24
Chiudere una stagione non è mai facile, specie se bisogna tirare le fila di una ventina di episodi. Quando a chiudere è addirittura una serie che è durata nove anni e che della continuity ha fatto il suo marchio di fabbrica, in genere le difficoltà diventano quasi impossibili da superare accontentando proprio tutti. È capitato anche con Himym, ma per motivi profondamente diversi.